Le emozioni possono essere definite come le reazioni psicologiche e fisiologiche con cui ognuno risponde alle situazioni in cui si viene a trovare ma sappiamo anche che possono essere mediate dalle proprie elaborazioni mentali cioè dai propri pensieri.
In effetti a quello che possiamo immaginare come istinto e automatismo si somma il derivato del nostro percorso di consapevolezza, della nostra cultura, delle mediazioni razionali.
Uno studioso che si è particolarmente dedicato alle emozioni è Robert Plutchik secondo il quale l’emozione è una complessa catena di eventi che comincia con la percezione di uno stimolo e finisce con un’interazione tra il nostro organismo e lo stimolo che ha dato l’avvio alla catena. Le maggiori componenti della catena sono una valutazione cognitiva dello stimolo, un’esperienza soggettiva o “sentimento”, un’eccitazione fisiologica, un impulso all’azione e un comportamento.
Cos’è il fiore (o ruota) di Plutchik?
La raffigurazione grafica e cromatica delle emozioni e delle loro combinazioni.
Plutchik ci dice che esistono otto emozioni primarie ognuna delle quali determina un comportamento.
Queste sono accoppiate per opposti come segue:
- Gioia e Tristezza;
- Fiducia e Disgusto;
- Rabbia e Paura;
- Sorpresa e Aspettativa.
Ogni emozione primaria può avere un grado di intensità diverso, ripreso dall’intensità del colore, che determina emozioni derivate dalle primarie più o meno intense, quindi, secondarie. La circolarità del fiore/ruota mostra, inoltre, come la combinazione di più emozioni possa determinarne altre (Esempio: Aspettativa + Rabbia = Aggressività).
Le emozioni poi si combinano tra loro. Così, ad esempio, tra disgusto e rabbia avremo il disprezzo, tra aspettativa e gioia l’ottimismo.
Il fiore di Plutchik riesce a riassumere in maniera sostanzialmente semplice le emozioni che proviamo, i loro diversi stati e le loro connessioni. Ci spiega che sono il risultato di “miscele” ed eventi di varia natura. Capendo meglio la derivazione delle varie emozioni, possiamo comprendere anche perché le proviamo e perché ci comportiamo in un certo modo.
Il successo delle lezioni di Plutchik nel campo della comunicazione, della vendita e del marketing è intuitivo.
Del resto una delle fondamentali riflessioni umane è proprio quella sulle emozioni: come controllare le proprie, come intercettare quelle altrui, come capire i meccanismi con i quali veicolarle proficuamente.
Ricordate l’esortazione di prudenza e calma dei nonni, “conta fino a 10 prima di parlare”? Una sorta di saggezza che spinge a non essere precipitosi ed incauti, a sottrarsi all’errore di impulso, a pesare le conseguenze delle parole prima di scagliarle addosso a qualcuno.
È pur vero che la riflessione sulle emozioni coinvolge il nostro personale cammino di crescita personale e il nostro benessere. Quante volte in effetti ci siamo sentiti “preda delle nostre emozioni”? Il punto chiave è che spesso l’emozione ci condiziona. E ci condiziona se lasciamo che offuschi i nostri pensieri.
Il punto essenziale è accettarle. Accettarle perché sono umane. Accettarle significa riconoscerle ma non identificarsi con esse. Proprio dall’accettazione possiamo imparare a controllare le loro espressioni e a trasformarle.
Ecco che il nostro approccio a una situazione opera un lavoro prezioso di orientamento delle nostre reazioni. Un caso facile? Immaginiamo un richiamo del nostro capo: invece di prenderlo come un’offesa personale possiamo mutare quel momento in un’occasione di miglioramento.
Stefano Pigolotti